Fondo pensione

Perchè fare un fondo pensione

Grazie al progresso economico, scientifico e culturale degli ultimi anni a livello globale si è assistito ad un netto miglioramento della qualità di vita ed a un allungamento della vita media, da qui la necessità di maggiori risorse economiche da soddisfare tramite il fondo pensione.

Una vita media più lunga permette di avere più tempo a disposizione da poter dedicare a se stessi ed ai propri interessi e per fare ciò occorre avere una certa solidità economica.

Negli ultimi anni si è assistito ad un aumento del numero di pensionati ma di contro non c’è stato pari aumento di ingressi nel modo del lavoro.

Questo ha comportato minori contributi per la previdenza pubblica e di conseguenza pensioni pubbliche più basse.

In passato c’era una proporzione di quattro a uno, cioè quattro lavoratori versavano i contributi per pagare la pensione ad un pensionato,

Oggi questo rapporto è di quasi uno a uno, un lavoratore versa contributi per pagare la pensione ad un pensionato.

Da qui nasce l’esigenza di provvedere autonomamente a crearsi una previdenza integrativa mediante un fondo pensione o piano individuale pensionistico.

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Come fare un fondo pensione

Basta rivolgersi al proprio consulente finanziario, alla propria banca o assicurazione per sottoscrivere un fondo pensione, bisogna comunque attenzionare alcuni aspetti.

Il fondo pensione non è altro che un accantonamento costante periodico di una certa somma fino all’età pensionabile.

Primo aspetto fondamentale è iniziare il fondo pensione il prima possibile, a parità di risorse investite, se si inizia prima si ha più tempo a disposizione per accantonare e di conseguenza si accumulerà un capitale maggiore.

Una delle prime cose che il contraente deve scegliere è il beneficiario o beneficiari.

Essendo una polizza occorre indicare chi eventualmente beneficerà delle somme accantonate in caso di premorienza del contraente.

Altra scelta importante da fare è il profilo d’investimento, solitamente i PIP prevedono tre profili:

  • obbligazionario
  • bilanciato
  • azionario

la scelta del profilo d’investimento va fatta con il proprio consulente finanziario tenendo conto del profilo di rischio del contraente e dell’orizzonte temporale dell’investimento.

Alcuni fondi pensione prevedono il ciclo di vita.

Anche se si sceglie il profilo azionario nel tempo il gestore converte la componente azionaria prima in bilanciata poi in obbligazionaria per dare più stabilità al capitale quando si è vicini alla scadenza.

Come può essere alimentato il fondo:

  • dal sottoscrittore con contributo volontario versando periodicamente la somma stabilita per contratto;
  • con TFR della azienda per la quale lavora con tutti i benefeci che ne derivano;
  • con contributo del datore di lavoro che integra il TFR versato.

Quali sono i vantaggi di un PIP

Visto che si tratta comunque di una polizza è:

  • insequestrabile
  • impignorabile
  • esente da successione

Il contributo versato dall’aderente è completamente deducibile dalla dichiarazione dei redditi fino ad un massimo di 5.164,57 euro, in termini pratici si ha un risparmio fiscale pari all’aliquota media di appartenenza.

Facciamo un esempio: se un lavoratore ha una aliquota media del 30% e versa su un fondo pensione 5.000 euro annui il benefico fiscale è 5.000 x 30% = 1.500 euro.

Se si tratta di un lavoratore dipendente riceverà tale somma sulla busta paga di luglio, un lavoratore autonomo pagherà tasse al netto di tale importo. Ripeto questo è solo un esempio.

Il capitale versato portato in deduzione alla scadenza sarà tassato con una aliquota del 15% la quale si riduce di uno 0,30% all’anno superati i quindici anni di permanenza nel fondo fino ad arrivare ad un minimo del 9%

Il TFR destinato ad un PIP (Piano Individuale Pensionistico) gode di questa tassazione agevolata.

Normalmente in azienda sarebbe tassato ad una percentuale pari all’aliquota IRPEF media calcolata su tutti gli anni di servizio, le aliquote IRPEF vanno dal 23% al 43%.

Altro vantaggio riguarda la tassazione della plusvalenza.

Essendo investito il capitale accumulato sui fondi pensione, nel tempo, produrrà molto probabilmente un guadano che sarà tassato al 20%.

E’ un’aliquota vantaggiosa visto che la tassazione delle rendite finanziarie è del 26% tranne per i titoli di stato che vengono tassati al 12,5%.

La scadenza del fondo coincide con l’età pensionabile.

Giunto a scadenza il sottoscrittore del fondo ha diverse opzioni di scelta:

  • ricevere l’intero capitale accumulato sotto forma di rendita a vita secondo le tabelle di conversione;
  • ricevere metà del capitale immediatamente e l’altra metà in forma di rendita;
  • ricevere l’intero capitale immediatamente solo nel caso in cui la rendita derivante dalla conversione di almeno il 70% del montante finale sia inferiore al 50% dell’assegno sociale di cui all’Art. 3, commi 6 e 7 della legge n. 335/1995.

L’obiettivo che mi prefiggo riguarda il risparmio. Declino ogni responsabilità riguardante singoli titoli e prodotti. Le conclusioni che dovessero emergere vanno considerate come spunti di riflessione e non vanno prese come consigli di investimento poiché, per essere tali, serve un esperto autorizzato con approfondimento personalizzato sugli obiettivi, sulle risorse e sui criteri di valutazione.

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